Abbigliamento, tessuti e scarpe non sono beni deperibili, eppure ne vengono trasportate enormi quantità in aereo. La sola Unione Europea ne ha importato ed esportato oltre 700.000 tonnellate nel 2022. Ciò corrisponde alla capacità di carico di 7.000 grandi aerei cargo o 20 voli cargo merci al giorno.
Il modello fast fashion è il principale responsabile a causa della sua necessità di cambiare prodotti sempre più velocemente: l’aereo riduce i tempi di trasporto, ma produce emissioni 14 volte più dannose per il clima rispetto al trasporto via mare.
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Non è solo un problema nel settore della moda, ma in quasi tutti i settori industriali. Un attore importante all'interno della catena di approvvigionamento globale è la Cina, ad esempio, dove anche i diritti umani più fondamentali sono spesso ignorati nel modo in cui vengono prodotti i beni.
Ci devono essere nuovi regimi globali, accordi internazionali, leggi, e forsi altri azioni dalla politica, ma lo sviluppo più efficace verso un cambiamento deve venire da noi, i consumatori. Dobbiamo votare con i portafogli, ed è per questo che abbiamo bisogno di maggiore trasparenza e possibilità di ricerca investigativa e indipendente.
Se siete interessati a un documentario su questo, ce n'è uno su Arte (in francese con sottotitoli in italiano, 94 minuti): Cina e lavori forzati - SOS da un prigioniero